Auto unica per il nucleo familiare
Sempre più famiglie italiane decidono di optare per un’auto unica per tutto il nucleo famigliare. C’è chi lo fa per risparmiare sui costi dell’assicurazione auto, chi per lo fa per evitare di pagare due bolli o semplicemente per il fatto di non potersi permettere l’acquisto di un secondo veicolo.
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Avere una sola auto in famiglia riduce, e di molto, le spese legate ai trasporti, seppur con qualche limitazione alla libertà dei singoli, soprattutto quando all’interno dello stesso nucleo famigliare ci sono più persone dotate di patente che dovranno evidentemente alternarsi alla guida.
C’è però un aspetto importante da considerare quando il veicolo viene condiviso tra più persone, ovvero che la responsabilità legale riguardo alla circolazione della vettura ed al rispetto di tutti gli obblighi di legge è in carico al solo proprietario.
È questo il feedback che viene fuori da una recente sentenza della Corte di Cassazione ( 16952/13) che ha di fatto respinto in terzo grado di giudizio la richiesta di annullamento avviata da un padre di famiglia, contro una contravvenzione contestatagli dalla Polizia Stradale per eccesso di velocità.
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Il padre di famiglia, proprietario del veicolo, aveva contestato la contravvenzione adducendo che nella data e nell’ora indicata egli non era alla guida del volante, e che il veicolo era guidato in quel momento da terzi.
Secondo la Suprema Corte le motivazioni addotte dal proprietario non lo esulano, in mancanza di un dato certo su chi fosse al volante, dalla responsabilità diretta e di sorveglianza sul veicolo stesso. In questo modo la Cassazione ha quindi determinato che il comportamento seguito dalla Polizia Stradale è stato corretto e legittimo.
Se da un lato questa sentenza va a mettere un po’ di chiarezza in un ambito spesso esposto a dubbi interpretativi, dall’altro c’è da aspettarsi nei prossimi mesi reazioni a catena su centinaia di processi simili in corso nei vari tribunali amministrativi italiani.