Banco popolare: ridefinizione dell’ assetto per migliorare

Ci sono voluti due anni e mezzo di sacrifici, volti dare una soluzione alla questione Italease e ad altre , derivanti dalla precedente gestione, al Banco Popolare per cambiare tutto. Si punta alla crescita, mutando strategia . E’ stato, perciò, presentato un piano industriale che contempla sia gli obiettivi finanziari per il periodo 2011-2015, che un nuovo assetto strutturale della società, che sarà, appunto, più semplice ma più rivolta al territorio. Lo stesso consigliere delegato, Pier Francesco Saviotti, ha affermato che il Banco popolare si è , a lungo, difeso e l’aumento di capitale ha permesso una maggiore dedizione al territorio, nonché una rimonta in una situazione macroeconomica non buona, ma che, tuttavia, mostra segnali positivi , soprattutto grazie alle esportazioni. Il piano industriale della Banca popolare ha come cardine la ristrutturazione del gruppo in cinque Banche del Territorio e Banca Aletti. Riguardo questa operazione, già si vociferava ed è già stata parzialmente compiuta mediante la fusione di Popolare di Cremona e Popolare di Crema nella Popolare di Lodi , nonché con l’assorbimento di Efibanca nella capogruppo. E’ chiaro che un’operazione del genere non vedrà , ora, il suo termine. Il Banco popolare, poi, ha in mente di compiere altre semplificazioni dell’assetto del gruppo. Per quanto concerne la ristrutturazione, si prevede la soppressione di 180 sovrapposizioni di filiali e la chiusura di 140 sportelli. Corollario di tutto questo sarà la riduzione dell’organico di 1.120 dipendenti, che si aggiungono alle 380 riduzioni dell’ scorso anno. Molte altre persone, invece, circa 1.100 andranno ad incrementare la rete. Il Banco popolare ha in mente, poi, di dismettere circa il 50% del patrimonio immobiliare non strumentale di Italease , per una somma che si aggira sui 500 milioni.


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